Informazione ufficiale
08/12/2022
Torna il sorriso in casa di riposo
Lo staff di “AniMIAMO la Don Rossi” è al lavoro per proporre attività e intrattenimento per gli ospiti.
Una boccata d’ossigeno dopo un periodo buio.
Alla Casa di riposo “Don Rossi” gli ospiti stanno ritrovando il sorriso. I mesi trascorsi sono stati drammatici, dall’innesco della pandemia con tutte le conseguenze e le restrizioni che sono state imposte dopo, la vita all’interno della struttura, come in tutte le Rsa, è diventata più monotona e di conseguenza anche più triste per gli ospiti, a
dispetto degli sforzi dello staff. Oggi però sta tornando il buonumore, nelle stanze della struttura, grazie anche alla passione della dottoressa Eloisa Boasso e grazie all’arrivo di un nuovo staff di volontari che ha affiancato quello già attivo. Si tratta dei ragazzi di “AniMIAMO la Don Rossi” che, pur nel rispetto di tutte le regole sanitarie, si occupa di portare allegria e attività ai nonnini della Casa. Giochi, attività manuali, canzoni, balli e tanto altro, per far dimenticare il peso degli anni e gli acciacchi. La Messa è tornata ad essere animata, come quando la celebrazione liturgica poteva contare sul supporto delle “Missionarie della Passione”. Anche se i problemi economici non possono dirsi del tutto superati, quantomeno è davvero tornato un clima più sereno all’interno della Casa, che si sta preparando al Natale. Le grandi vetrate e i corridoi si sono arricchiti in questi giorni di disegni, colori e simboli natalizi, mentre sotto il portico dell’ingresso campeggia, bellissimo, un ricco presepe. Intanto, dovendo rinnovare la parure dei quarantacinque copriletto è stata lanciata l’iniziativa “Dona calore agli ospiti”, invitando la popolazione villanovese a contribuire all’acquisto dei copri-letti stessi. Grazie a tutto questo, la “Don Rossi” sta tornando ad essere un ambiente positivo, accogliente, umanizzante.
08/04/2022
Si comunica che presso la Casa di Riposo Don B. Rossi è nuovamente disponibile la “camera del sollievo”, di 2 posti letti e destinata ad accogliere ospiti anziani autosufficienti per degenze temporanee.
Rivolgersi alla direzione ( 0174 699003 ) per presentare domanda di ospitalità e programmare l’ingresso.
Il direttore Aldo Mammola
10/02/2022
Le due facciate della “Casa di Riposo”
Negli anni sessanta e settanta del secolo scorso, prima dell’avvento delle musicassette, poi dei CD e infine della tecnologia MP3, erano moneta corrente i 45 giri a due facciate. Da un lato una canzone, sul lato opposto un altro pezzo. Se noi guardiamo oggi alla situazione della Casa di Riposo “don Rossi” possiamo notare che accade la stessa cosa. Anche lì c’è una facciata “A” e una facciata “B”.
Cominciamo dalla facciata A: il lato positivo.
La “don Rossi” funziona bene. Gli ospiti si aggirano sempre attorno ai quaranta, essendo la disponibilità massima attuale di 42 posti. Un paio di camere vanno infatti tenute libere, pronte per eventuali quarantene.
Da un anno e mezzo siamo “Covid free”, cioè liberi dal virus, grazie all’attenta gestione della struttura, delle visite dei parenti, della pratica dei vaccini su ospiti e personale, del periodico tampone di controllo. Infine, dal primo febbraio è attivo il nuovo servizio infermieristico che garantisce una più costante e sicura assistenza medica.
Veniamo ora alla facciata B, quella dei problemi.
La canzone della facciata B è forse addirittura un po’ più lunga, perché i problemi originati dalla traumatica chiusura in forza del devastante Covid di inizio 2020 continuano a pesare non poco.
Anche se in questi due anni di pandemia abbiamo avuto il sostegno non solo affettivo ma anche economico della popolazione villanovese, delle imprese del territorio, dell’Amministrazione comunale e della fondazione CRC, non è ancora stata raggiunta la necessaria tranquillità finanziaria.
Anzi da questo punto di vista si naviga ancora in cattive acque. Al consistente debito contratto durante il mese di chiusura e lungo i successivi mesi di lenta crescita numerica degli ospiti, con entrate ridotte al lumicino, si sono aggiunti i costi dei presidi sanitari, necessari per rispettare le norme anti-Covid.
E ultimamente l’impennata delle tariffe elettriche e del metano per il riscaldamento.
Negli ultimi mesi, poi, si è aggiunto il fatto che ben sette OSS abbiano raggiunto l’età della pensione o si siano inaspettatamente dimesse, ponendoci così nella condizione di dover liquidare un notevole importo di TFR (Trattamento di Fine Rapporto) non programmato con questa scadenza. Anche per qualche rigidità la gestione del TFR non si presenta cosa facile.
Per fare fronte al tutto abbiamo dovuto ricorrere ad un ulteriore finanziamento presso un Istituto di credito, misura tampone che certo non aiuta a rendere più rosea la congiuntura. A fronte di questa situazione occorre assolutamente “non abbassare la guardia”.
Non la abbassa di certo il Consiglio di Amministrazione che, con notevole impegno, cerca in ogni modo, faticosamente e con creatività, di trovare le vie per almeno tamponarla.
È necessario che non la abbassi nemmeno la comunità villanovese, che si è già ripetutamente e lodevolmente impegnata a farsi carico, secondo le proprie possibilità, della contingenza del momento, al fine di poter arrivare a mettere la nostra “Casa di Riposo” nella condizione di tornare ad una gestione più tranquilla. Così da non dover arrivare al punto di trovarsi nella necessità di privare la comunità stessa di un servizio di carattere sociale davvero fondamentale per il nostro territorio.
Il Consiglio di Amministrazione
20/05/2021
UN INTERVENTO DEL PRESIDENTE
Casa di Riposo: la stagione del rilancio
La stagione del dramma
Poco più di un anno fa, esattamente nella notte fra il 29 e il 30 marzo 2020, la Casa di Riposo ''don Bartolomeo Rossi” viveva il dramma dell’evacuazione forzata degli ospiti, trasportati presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale "Regina Montis Regalis” di Mondovì, e della chiusura della struttura, prolungatasi poi fino al 27 aprile successivo, giorno della riapertura. Tutto a motivo del diffuso contagio da Covid-19 che aveva "fatto strage” nella Direzione, fra il personale e negli ospiti. La riapertura avveniva in piena sicurezza. Si ricominciava con una manciata di ospiti, una decina, destinati poi poco per volta a risalire. Fino ai numeri odierni che oscillano fra i trentaquattro e i trentotto. Con sei posti letto tenuti liberi e separati per eventuali, anche se non auspicabili, emergenze.
La stagione del salvataggio
La traumatica chiusura di marzo 2020 e la successiva riapertura con numeri fortemente ridotti hanno posto seriamente a rischio la sussistenza stessa della Casa “don Rossi” che, un anno dopo, possiamo dire è “stata salvata”. Ciò grazie al contributo di tanti, a cominciare dal Consiglio di Amministrazione che ha seguito con impegno, passo dopo passo, tutte le varie vicende, per passare alla Direzione e al personale della struttura, al Comune, agli enti bancali, ai singoli cittadini, che con generosità hanno risposto agli appelli loro rivolti di contributo economico (sempre possibile!). Non da ultimo va ricordato il molo svolto dal Direttore Sanitario, figura che proprio la pandemia da Covid ha reso necessaria. Possiamo oggi affermare, anche con un po’ di orgoglio, che la “stagione di salvataggio” è conclusa e che occorre con passo fermo e deciso passare alla terza fase, quella del “rilancio”.
La stagione del rilancio
“Stagione del rilancio” significa riportare la “don Rossi” verso una progressiva “normalità”, sia nel numero degli ospiti sia nella creazione di un ambiente accogliente, sereno, e favorevole alla buona salute degli ospiti stessi, nella loro età e nelle condizioni
Qualche incidente di percorso ci può essere stato e c’è stato. Qualche decisione assunta è stata vista all’esterno come eccessiva. Con un eccesso di rigidità. Tutto però è stato sempre deciso e fatto al fine di salvaguardare la salute di tutti, ospiti e personale, evitando che il Covid, cacciato dalla porta rientrasse dalla finestra (come è accaduto qua e là ad altre strutture simili alla nostra). Bisogna dunque fare molta attenzione, nelle inevitabili chiacchere da bar o da file di attesa nei negozi, a non diffondere informazioni erronee e a non ingigantire a dismisura eventuali problematiche.
Il ritorno ad una accettabile “normalità”, per la quale si sta lavorando, si è espresso in primo luogo nella ripresa delle visite di familiari e parenti, fatte ovviamente nell’osservanza attenta delle norme di sicurezza. In proposito se altrove non vengono osservate non è problema che ci riguarda. Meglio un po’ più di severità che un ritorno del virus, oltretutto su persone fragili in partenza. In precedenza, erano già state riattivate le attività di animazione psicologica e fisioterapica. Così come da tempo era tornata la Messa settimanale, celebrata il mercoledì pomeriggio. Un appuntamento atteso e desiderato. Anche qui tutto fatto nel pieno rispetto dei protocolli. Ora sono ripartiti due altri servizi essenziali: le sei ore settimanali di animazione creativa e le due ore, sempre settimanali, di ginnastica dolce. Anche i muscoli di chi è inchiodato ad una carrozzella hanno di bisogno di attività fisica. Quelle ricordate sono tutte quante attività necessarie per garantire il più possibile la “buona vita” degli ospiti, evitando il rischio di ridurre la “don Rossi” ad una struttura di parcheggio-anziani. In ultimo, scaduto il contratto con il dottor Clerico che ringraziamo per quanto ha fatto, ripartiamo con un nuovo Direttore sanitario. Con fiducia e con impegno continuiamo allora a guardare positivamente e ad aiutare una realtà fra le più utili e le più valide di tutta Villanova.
Il Presidente
04/12/2020
La “Casa di Riposo Don Rossi” è la “Casa dei Villanovesi”
Un luogo famigliare: la pandemia mette a rischio duecento anni di assistenza
Il Consiglio d’Amministrazione, con il patrocinio del Comune di Villanova Mondovì:
“Chiediamo un aiuto speciale a tutta la comunità”
Il 2020 non deve interrompere la secolare tradizione assistenziale del territorio villanovese. L’odierna “Casa di Riposo Don Bartolomeo Rossi” affonda le proprie radici nel XVII secolo, quando vennero istituite le Congregazioni di Carità a finalità assistenziali. Quasi duecento anni di vita, eventi bellici e stravolgimenti sociali, ma operatività della struttura mai compromessa. Il tutto grazie ad un importante impegno civile degli amministratori unito al costante coinvolgimento della comunità. Tante, forse tutte, le famiglie del nostro territorio hanno o hanno avuto un parente caro ospite dell’ente assistenziale. Luogo prediletto in cui custodire ed accompagnare i nostri più amati ricordi nel percorso più delicato delle loro vite.
Oggi la “Don Rossi” è divenuta vera e propria impresa, dai rilevanti dati numerici. Numerose le famiglie a reddito, sia come dipendenti, sia come fornitori. Un’attività di assoluta eccellenza che non bada all’utile, primo obiettivo per numerose società che erogano simili servizi nel resto del panorama nazionale. La Fondazione “Casa di Riposo Don Rossi” è un’eccellenza locale, peculiare, una no profit con l’unico scopo di pareggiare i bilanci: scopo non perseguibile nel terribile anno del Covid-19. Il virus rischia di mettere a rischio la stabilità della nostra casa, intesa non come edificio ma come luogo famigliare, rifugio dell’anima per i nostri cari. Persone, non numeri, che ieri, oggi e domani potranno continuare a soggiornare, sorridere e condividere gli spazi ed i servizi della struttura.
Per far sì che la storia continui, ogni villanovese deve essere coinvolto, in nome del passato, del presente ma soprattutto del futuro. Servizi interrotti difficilmente riescono ad essere recuperati.
Per questo chiediamo, con il patrocinio dell'Amministrazione comunale di Villanova Mondovì, che ha già deliberato in favore della causa un contributo straordinario di 25mila euro, un aiuto speciale ad ognuno di Voi: la “Casa di Riposo Don Rossi” è la “Casa dei Villanovesi, la nostra Casa”.
La donazione in favore della Casa di Riposo può essere effettuata presso la UBI Banca S.P.A. - Agenzia di Villanova Mondovì
sulle coordinate bancarie: IBAN IT 78 R 03111 46990 00000000 3410
Il Consiglio di Amministrazione
05/09/2020
Parole vere e parole false
Sappiamo ormai tutti quanti che la recente, e tutt’ora in atto, Pandemia da Covid-19, comunemente conosciuta come Coronavirus, ha pesantemente colpito, fra le altre RSA, anche la nostra Casa di Riposo “Don B. Rossi”. Ciò malgrado l’impegno profuso nel garantire fin dall’inizio le previste misure di contenimento e di chiusura. Sappiamo anche che, nella sfortuna generale, la nostra Casa è stata doppiamente sfortunata, in quanto il Covid ha decapitato nel giro di pochi giorni la direzione, costringendo alla quarantena in casa, con gravi sintomi epidemici, il Direttore, la Segretaria, un terzo delle OSS e del personale infermieristico. L’Unità di crisi regionale, nella persona del Dottor Raviolo ha poi ritenuto necessario nella drammatica notte fra il 28 e il 29 marzo, di dover procedere all’evacuazione degli ospiti e alla chiusura della struttura stessa, che ha potuto riaprire solo, e faticosamente, un mese dopo.
La riapertura, successiva alla sanificazione e nel rispetto di tutte le procedure indicate dalle linee guida nazionali e regionali, è avvenuta gradualmente, dovendo attendere il nulla osta degli ospedali per la dimissione degli ospiti ivi ricoverati e un iter particolare per l’accoglienza di nuova anziani. Il che ha rallentato di molto la ripresa. Sta di fatto che ad oggi dei soliti 42-44 ospiti ne sono presenti appena 27. È ovvio che i necessari protocolli, l’acquisto dei presidi sanitari, la permanenza quasi identica a prima degli operatori, a fronte del ridotto numero di ospiti e di conseguenza di introiti, sono fattori che hanno inciso e incidono fortemente sull’economia della Casa, generando una situazione particolarmente critica. Di questo dobbiamo tutti essere coscienti.
Il CdA (Consiglio di Amministrazione) sta alacremente lavorando per parare i colpi e garantire la continuità di un’attività ormai pluridecennale. Se nei mesi scorsi si è lanciato un grido di allarme sul “rischio chiusura” è stato fatto per portare sotto gli occhi di tutti, anche dei più distratti, l’obiettiva situazione critica nella quale si sta navigando. Qualcuno, in modo affrettato e superficiale, ha trasformato quel “rischio di chiusura” in un “si chiude”. E qualcun altro, quasi a rincarare la dose, ha diffuso la falsa notizia di un progettato trasferimento dei nostri ospiti in una struttura viciniore. Sia ben chiaro: nulla di più falso. Soprattutto in questo difficile frangente dobbiamo imparare tutti a dosare le parole e a non credere alle ultime boutade che vengono messe in circolazione. Un po’ di maggior serietà e discrezione farebbe bene a tutti quanti. Meglio una parola in meno che una in più.
C’è poi un altro aspetto emerso nelle cose dette e scritte in questi mesi che va precisato e corretto. Si è affermato che la Casa “Don Rossi” è una struttura “privata”. Falso! La Casa “don Rossi” è una fondazione senza fini di lucro che svolge un prezioso servizio pubblico e sociale. Gli amministratori non percepiscono nemmeno un centesimo dal loro servizio. Il servizio pubblico e sociale erogato dalla Casa presenta due versanti. Primo versante: la “Don Rossi” offre ospitalità, con rette ben al di sotto dei costi di mercato, a numerosi anziani del territorio, che altrimenti non ce la farebbero a trovare accoglienza altrove. Secondo versante: la “Don Rossi” offre lavoro a quasi venticinque persone di Villanova e dintorni diventando così una delle “aziende” più importanti di tutto il comune.
Per tutti questi motivi è necessario un impegno collettivo straordinario, da parte dei privati e delle istituzioni, nelle forme tradizionali ed in altre innovative, affinché la “Don Rossi” possa continuare la sua preziosa attività a servizio delle persone e del territorio.
Il Presidente del CdA
don Giampaolo Laugero
03/08/2020
Finalmente la normalità ...?
Finalmente la normalità alla Don Rossi, pur nell' anormalità dell'emergenza covid-19.
La nostra struttura è entrata nella tanto sospirata fase tre quindi è covid free.
La prima fase ha riguardato la riapertura, la seconda il rientro degli ospiti evacuati e la terza l'ingresso di nuovi ospiti; quest'ultimo passaggio ha certificato di fatto il ritorno al quotidiano anche per noi.
Ciascun momento si è rivelato articolato e complesso; ce l'abbiamo fatta!
Uso il noi perché è stata la squadra a portare a casa il risultato. Ringrazio il Direttore, il C.D.A. per la fiducia accordatami, i consulenti, gli operatori tutti e soprattutto i familiari degli ospiti che hanno sopportato e sopportano gravi disagi; li ringrazio per la pazienza, perché tollerano i miei no detti solo nell'interesse degli anziani.
A questo proposito tengo a precisare che io per primo sono a disagio e imbarazzato. Nella mia carriera professionale ho sempre considerato il rapporto umano un momento fondamentale della cura.
È frustrante, giunto all'ultimo scampolo di carriera, essere costretto a rinunciare a qualcosa di così importante. Mi conforta sapere che è l'unica strada per uscire da questa situazione.
Ecco gli scampoli di normalità.
Sono ripresi i colloqui con la psicologa dott.sa Boasso.
È possibile visitare gli ospiti seppur con i limiti imposti dalla normativa vigente.
Riprenderanno a breve le celebrazioni della S. Messa.
Possono accedere alla struttura parrucchiere e pedicure.
È stato organizzato un percorso di fine vita per permettere di stare accanto al proprio congiunto negli ultimi istanti di vita.
È tanto? È poco? Non lo so, so che è il massimo che si può fare per non uscire dalla strada giusta.
Un'ultima considerazione.
Di questi tempi ne ho sentite tante sulle strutture per anziani e ne ho viste altrettante.
La nostra non sta peggio delle altre, anzi, se differenza deve esserci è in meglio.
Ho elencato i risultati raggiunti in quattro mesi, ottenuti in piena emergenza e tra mille difficoltà.
Una struttura che ha compiuto un tale percorso può non avere un futuro?
Se sono a scrivere queste righe è perché sono convinto della risposta: si, ha un futuro.
D. Clerico.
Il Direttore sanitario dott. Domenico Clerico è contattabile telefonicamente per informazioni riguardanti gli ospiti dal lunedì al venerdì dalle ore 11:00 alle 13:00 al numero 349 647 9427.
10/07/2020
Vi comunico la buona e bella notizia che i tamponi rino-faringei , eseguiti il giorno 07.07.2020 ai nostri 23 ospiti ricoverati , hanno dato TUTTI e 23 Esito NEGATIVO ( ricevuta in data odierna la mail di comunicazione da parte del SISP dell’ASL CN1 )
Pertanto possiamo procedere a nuovi ingressi e possono riprendere le visite dei parenti ( sempre all’esterno sotto il portico di ingresso ) e i pasti in refettorio.
Il direttore Aldo Mammola
28/04/2020
“Le tenebre e la luce”
Il comunicato di don Giampaolo Laugero
«Finalmente, e in tempi abbastanza rapidi vista l’entità dei problemi, la Casa di riposo “don B. Rossi” di Villanova ha riaperto.
La luce in fondo al tunnel è stata raggiunta, anche se con un numero ridotto di ospiti, visti i decessi avvenuti da un mese a questa parte. E proprio ai defunti, vittime perlopiù del Covid-19, e ai loro familiari va il nostro primo e commosso pensiero.
Nel tunnel buio della pandemia si era entrati nella settimana successiva al 24 febbraio, quando il direttore, in ottemperanza alle ordinanze emesse dal Ministero della Salute, restringeva fino all’osso le visite dei famigliari degli ospiti e interrompeva diverse attività comuni, fra cui le feste di compleanno, i laboratori, le stesse Messe settimanali. Una prima svolta si è avuta nella settimana fra il 15 e il 22 marzo, quando sono aumentati i casi dei febbricitanti e un’ospite donna, visitata al DEA dell’Ospedale e risultata positiva al Covid-19, è stata rimandata in struttura e lì collocata in camera di isolamento.
La situazione ha cominciato a peggiorare decisamente nella settimana successiva, a partire da lunedì 23 marzo, quando il direttore è stato costretto a casa per la febbre e altri sintomi negativi. Nel frattempo, già alcune OSS erano finite in malattia, per cui ci si è trovati improvvisamente con carenza di personale e simili ad una nave in un mare in tempesta con poco equipaggio e senza più il comandante.
Immediatamente il Consiglio di Amministrazione (CdA) si è mosso. Il presidente nella persona del sottoscritto don Laugero lanciava l’allarme sui giornali parlando di “situazione esplosiva” (Unione Monregalese del 23 marzo) e attraverso uno dei consiglieri si stabiliva il contatto con le autorità sanitarie coinvolgendo nel problema anche il Comune di Villanova.
Già lo stesso lunedì 23, al mattino, venivano avvisate l’Amministrazione comunale e le autorità sanitarie, dettagliando loro la situazione, evidenziando soprattutto l’esigenza di un aiuto per la gestione della struttura “decapitata” nella sua guida.
Intanto il giorno prima la signora ospite di cui si è detto moriva e due giorni dopo anche la segretaria doveva rimanere a casa per malattia. Sia il direttore che la segretaria risulteranno positivi al tampone, come la stragrande maggioranza del personale.
I contatti con le autorità, anche sanitarie, continuavano regolarmente per tutta quanta la settimana, invocando un aiuto, magari nella figura di un medico competente.
Tale aiuto non è mai arrivato, né in questa né in altre forme! Di tutte le numerose telefonate il consigliere addetto ha tenuto uno scrupoloso diario, ora messo in bella copia. Basterebbe richiedere i tabulati telefonici, anche quelli delle telefonate fatte dal presidente, per accertarsi della veridicità di quanto scritto nel diario giornaliero e della costante premura del CdA per la situazione creatasi.
Si è intanto giunti al giorno fatidico della chiusura della struttura e delle conseguenze della chiusura stessa, su cui non vogliamo entrare nel merito. Sta di fatto che, come presidente, attrezzato di scafandro, mascherina, occhiali e guanti, mi sono recato domenica 29 marzo sera presso la Casa di riposo, dove ho incontrato OSS e infermiere distrutte dal lavoro, avendo coperto anche turni suppletivi, e alcuni malati gravi. Una signora, infatti, morirà durante la notte. Anche un’OSS giunta per il turno di notte ha dovuto tornare precipitosamente a casa per le peggiorate condizioni di salute.
Di fronte ad una situazione in continuo deterioramento ho nuovamente contattato le autorità comunali che si sono rinvolte all’Unità regionale di crisi. Di lì a un paio d’ore è giunto presso la struttura il dottor Raviolo che ne ha disposto l’evacuazione.
Il giorno dopo veniva nominato il dottor Clerico come responsabile della gestione successiva.
In stretta collaborazione con lui, il CdA ha lavorato intensamente per creare le condizioni atte alla riapertura della Casa. Cosa ora avvenuta. Nel frattempo, il CdA ha anche nominato il dottor Clerico stesso, che intanto ringrazia per l’opera fin qui svolta, come “direttore sanitario”.
Concludiamo questa sintetica ricostruzione degli eventi rivolgendo un immenso grazie a tutto il personale per la dedizione e la generosità mostrata durante le difficili settimane precedenti la chiusura e ci auguriamo che la luce appena riaccesa non abbia più a spegnersi».
Per il CdA della casa “don Rossi”
il presidente don Giampaolo Laugero
27/03/2020
L'Amministrazione della “Casa di Riposo don B. Rossi" comunica che, in seguito all’appello lanciato dal Presidente, don Giampaolo Laugero, ad oggi sono pervenute 40 donazioni.
In più è giunto del materiale sanitario offerto dalla BCC di Pianfei e del sig. John Aimo.
Gli amministratori desiderano sentitamente ringraziare quanti hanno accolto l'appello rispondendo in
modo pronto e generoso.
A tutti auguriamo ogni bene.
Il Presidente e gli Amministratori
Ancora GRAZIE alla Protezione Civile di Villanova Mondovì e al Comitato Locale della Croce Rossa di Mondovì che continuano a donare dispositivi di protezione individuale per il personale della nostra casa di riposo.
Il gruppo di volontari della Croce Rossa di Villanova da questa mattina a iniziato a garantire un supporto all'attività di segreteria con la presenza di un loro volontario su due turni, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18 per occuparsi di prendere gli appuntamenti e lo smistamento delle chiamate/videochiamate tra parenti e ospiti, gestire l’accettazione e controllare l'ingresso alla struttura.
In merito alla Emergenza da coronavirus che tutti quanti stiamo vivendo con non poche difficoltà, ci pare doveroso con queste righe fornire precisazioni e rassicurazioni alla popolazione villanovese circa la situazione nella Casa di Riposo Don B. Rossi e le modalità di attuazione dei vari Decreti. La struttura rimane sempre un fiore all'occhiello per Villanova Mondovì ed è costantemente ben gestita.
Dal 23.02.2020, data dell'ordinanza del Ministro della Salute, gli accessi e le visite agli Ospiti sono stati limitati al solo parente di riferimento con registrazione e firma su apposito registro della data, ora di ingresso e ora di uscita.
Dal 06.03.2020 tutti gli ingressi sono stati tassativamente vietati come da ordinanza dell'ASL CN1.
All'interno della Struttura sono state messe in campo tutte le misure per fronteggiare l'emergenza.
Abbiamo adottato tutte le linee guida previste a livello nazionale, regionale e sanitario agendo sotto il controllo di ASL, Medico Competente e RSPP della Struttura. Ciò sia per garantire la salute dei nostri ospiti sia per tutelare la sicurezza di tutti gli operatori. Abbiamo chiuso la Struttura ai parenti, ai visitatori, abbiamo cercato di far mettere in contatto gli ospiti con i parenti tramite telefonate o videochiamate.
Abbiamo sempre, e lo facciamo tuttora, dato comunicazione ai parenti circa le condizioni di salute del proprio caro, aggiornando sull'evolversi di ogni singola situazione.
Abbiamo sempre risposto alle telefonate dei parenti ogni volta che si informavano e si informano tuttora.
Importante, ci preme segnalare che sono immediatamente scattate le misure di protezione necessarie (DPI= Dispositivi Protezione Individuale) ad uso degli operatori: le mascherine, oltre ai guanti che da sempre vengono usati.
Quando necessario, per una cautelativa protezione, gli operatori indossano tute monouso, occhialini e visiere.
Ci siamo prodigati, con ricerca a tappeto perché introvabili, per reperire tutti i DPI necessari. A questo proposito ci preme precisare che tutti i DPI hanno un relativo e notevole costo, con incidenza non indifferente sul bilancio economico della Struttura. Ma per la sicurezza di tutti, non si bada alle spese. Vogliamo però citare la generosità di Enti (Croce Rossa Mondovì e Protezione Civile) per l'invio di mascherine e altri DPI, e privati come il Dentista Dr. Denina Dario, villanovese, che rispondendo all'appello ci ha omaggiato di un buon numero di mascherine e guanti. Anche le donazioni tramite il nostro IBAN stanno arrivando numerose.
Va loro e a tutti voi, un GRAZIE sentito.
L'augurio a tutti quanti di non lasciarsi andare alle polemiche non pertinenti e non utili in questo momento, ma di contribuire con generosità rispondendo agli accorati appelli. Solo così viene garantita la serenità degli ospiti residenti. Solo così viene mantenuta la gestione sempre eccellente del servizio che la Struttura eroga loro.
Il Consiglio Di Amministrazione della “Casa di Riposo Don B. Rossi”
06/03/2020
Comunicazione, pervenuta in data odierna, ed inviata dal Dr. Airale Presidente della Commissione di Vigilanza dell’ASL CN 1, circa l’accesso alle Strutture Socio Assistenziali: gli accessi sono tassativamente vietati a parenti e ai visitatori degli ospiti, eventuali eccezioni sono stabilite dal Responsabile della Struttura.
01/01/2018
SISTEMA QUALITA’ ISO 9001 PER LA CASA DI RIPOSO
Risponde il direttore Aldo Mammola
Come è organizzata la Casa di Riposo don Rossi?
È una struttura privata ed è retta da un Consiglio di amministrazione.
Questo, in base allo statuto scritto dal fondatore don Bartolomeo Rossi, è
formato da 6 amministratori e dal parroco. All'interno del Consiglio viene
eletto il presidente. Finora per tradizione, questa carica è sempre stata ricoperta
dal prevosto della parrocchia di San Lorenzo.
Ovviamente, non significa che la Casa di Riposo sia parrocchiale. Il direttore,
la segretaria, le operatrici socio-sanitane, le cuoche e le aiuto cuoche
sono alle dirette dipendenze dell'amministrazione. Inoltre, all’ interno della
struttura lavorano infermieri e fisioterapisti, che appartengono ad uno studio
privato, e le figure dell'animazione: la psicologa, la psicomotricista, l'animatrice
e il tecnico per la ginnastica dolce.
Le pulizie sono affidate ad una cooperativa. Di supporto opera un bel gruppo
di volontari. Con ammirevole disponibilità svolgono lavori di piccola
manutenzione, curano il giardino, animano il servizio religioso, tengono
compagnia alle persone sole e coordinano il funzionamento della biblioteca
sistemata al secondo piano. Il servizio religioso si avvale della presenza del
canonico don Antonio Danna, supportato dalle suore Missionarie della Passione.
Quanti sono gli ospiti?
Complessivamente, abbiamo 46 posti letto. Di questi, 20 sono assegnati al
reparto R.S.A. (Residenza sanitaria assistenziale) per ospiti non autosufficienti.
Sono gestiti in convenzione con I'Asl Cn 1. La qualifica "non autosufficiente"
è formulata da un'apposita commissione dell'Asl e per I'inserimento nella
struttura occorre il parere dell'Unità valutativa geriatrica. Se non provengono
indicazioni da parte dell'Asl, la scelta viene effettuata dal Consiglio di
amministrazione sulla base delle domande pervenute.
Al 2" piano della Casa abbiamo la R.A. (Residenza assistenziale) che si
compone di 24 posti letto per persone autosufficienti. Sono ospiti in grado di
gestire le proprie attività. A loro viene garantita I'assistenza alberghiera, vale
a dire la pulizia della camera, il letto, il vitto e il supporto per quanto riguarda
il contatto con il medico da parte dell'infermiera professionale che provvede
anche alla somministrazione della terapia.
Infine, al piano terra c'è la camera del sollievo con due posti letto. Si
tratta di una R.A.A. (Residenza Assistenziale Alberghiera) che può ospitare
solamente persone autonome che necessitano di ricoveri temporanei.
Quante persone lavorano nella Casa di Riposo?
Oltre al direttore e alla segretaria, ci sono 15 O.s.s. (Operatrici socio-sanitarie),
2 cuoche, 3 aiuto cuoche, 2 infermiere professionali, 1 fisioterapista, 4 persone
adibite all'animazione e 4 persone che ruotano per il servizio di pulizia.
La Casa di Riposo eroga altre tipologie di servizi?
All'esterno portiamo il servizio dei pasti a domicilio. Il cibo viene posto
in appositi vassoi termici e consegnato direttamente a casa all'ora dei pasti.
Il trasporto viene effettuato dai Volontari delle Valli Monregalesi che hanno
la loro sede nell'area artigianale di Villanova.
Viene anche svolto il servizio di inserimento diurno. Inoltre, offriamo la
possibilità del bagno in struttura per chi ha difficoltà ad usare la vasca nella
propria abitazione.
Come si svolge la giornata-tipo nella Casa di Riposo?
Al mattino la sveglia suona di buon'ora perché gli ospiti si devono alzare,
lavare e vestire. Espletate le operazioni di igiene quotidiana, si fa colazione.
A chi non sta bene, il caffellatte viene portato a letto, altrimenti ci si ritrova
nei refettori.
Dalle 9 alle 11 c'è sempre qualche attività. Può esserci la mattinata del "grande
gruppo" con la psicologa, l'appuntamento con il tecnico della ginnastica dolce,
oppure la S. Messa celebrata dal canonico don Danna nella nostra cappella.
Mezzogiorno, con i deliziosi profumini che arrivano dalla cucina, è il momento
più atteso. Ci si ritrova nei refettori, oppure il pranzo viene servito in camera
per gli allettati.
Una breve siesta per favorire la digestione ed alle 15 ci si ritrova tutti nel
grande salone per le attività del pomeriggio con le animatrici, la psicomotricista
o il fisioterapista. Alle 17,30 viene servita la cena, poi un pò di televisione in
camera o nel soggiorno comune. Ognuno è libero di organizzare la serata
come preferisce. C'è chi va a letto presto e chi magari esce con i famigliari.
Ovviamente la notte è dedicata al riposo.
Cos'è il P.A.I.?
È il Piano di Assistenza Individualizzato. Viene elaborato ogni martedì da
un'apposita commissione, formata dal direttore, da un'infermiera professionale,
dalla psicologa che raccoglie anche le indicazioni delle altre figure di animazione,
dal fisioterapista e dall'operatrice socio-sanitaria tutor dell'ospite di cui si elabora
il progetto assistenziale.
Il P.A.I. prende in considerazione ogni aspetto della vita sociale e della
salute individuale, evidenzia il grado di autonomia e le condizioni psicologiche
di ogni ospite della Casa. Quindi, aspetti fisici e cognitivi, in modo da poter
valutare la tipologia di assistenza più idonea ed individuare gli obiettivi da
raggiungere nel breve e lungo termine.
Ogni 6 mesi si verifica se le strategie poste in atto siano state efficaci,
oppure si debbano cambiare gli interventi e modificare gli obiettivi. Anche i
famigliari sono invitati a presenziare e a dare il proprio contributo nell'elabo-
razione del P.A.I., un vero e proprio progetto assistenziale fatto su misura per
ogni ospite. Nulla è improvvisato, ogni intervento è mirato e scaturisce da un
progetto che ha obiettivi ben precisi. Se poi un ospite si ammala, provvediamo
ad elaborare un P.A.I. straordinario.
Cos' è il Sistema Qualità?
La nostra Casa di Riposo ha conseguito la certificazione "Sistema Qualità
ISO 9001". Gli interventi effettuati sugli ospiti vengono registrati meticolosa-
mente e il personale di turno lascia le consegne ai colleghi del turno successivo.
Esiste il "manuale qualità" che detta le linee guida e ci consente di procedere
in modo organizzato. Anche il P.A.I. è inserito in questo contesto, che non
lascia nulla al caso.
Ogni anno il "Sistema Qualità" viene valutato da esperti esterni e ogni 3 anni
la verifica viene effettuata "a tappeto", per controllare se la struttura è
organizzata in base a criteri stabiliti dall'ISO 9001.
Una Casa di Riposo privata ha maggiori difficoltà rispetto ad una struttura
pubblica?
Per quanto concerne la possibilità di fare acquisti, effettuare lavori di
manutenzione e impostare i rapporti col personale, la struttura privata offre
parecchi vantaggi. Riusciamo a velocizzare molto gli interventi.
Il pubblico è rallentato da mille problematiche burocratiche.
Per quanto riguarda i rapporti con l'Asl e gli enti istituzionali, dobbiamo
seguire le medesime procedure. In linea di massima, abbiamo maggiori
possibilità di accelerare i tempi e siamo meno legati da grovigli burocratici.
Le problematiche sono dovute alle solite questioni di bilancio. Non sempre
riusciamo a chiudere in pareggio. Se vogliamo stare nel "sistema Qualità"
dobbiamo affrontare spese molto grandi. Non tanto per il vitto e l'alloggio,
quanto soprattutto per il personale.
A volte sentiamo dire che le rette sono care. Sono stabilite a livello regionale
per la R.S.A.. Gli ospiti non autosufficienti pagano 2.321 euro al mese.
Se sono convenzionati con l'Asl, la quota scende a 1.234 euro. Per gli
autosufficienti la retta stabilita dal C.D.A. ammonta a 1.160 euro in camera
doppia e a 1.360 euro in camera singola. Se poi gli ospiti hanno bisogno di
assistenza più assidua, possono esserci ulteriori incrementi, fino ad un massimo
di 500 euro mensili.
Se la pensione non è sufficiente?
In questo caso possono intervenire i Servizi Sociali oppure i parenti.
Ultimamente è sempre più frequente l’intervento dei parenti. L Asl ha stretto i
cordoni della borsa: su 20 ospiti presenti nel reparto RSA, solo 10 sono
convenzionati, gli altri debbono pagare la retta piena con l'aiuto dei parenti.
I nostro bilancio riesce a pareggiare se la Casa è al completo.
Se ci sono 2-3 posti vuoti fatichiamo a coprire le spese. Riusciamo a respirare
quando riceviamo contributi da parte di enti pubblici.
Recentemente, la Fondazione CRC ci ha assegnato un importante finanziamento
per sostituire la maggior parte dei letti nel reparto protetto.
In questo modo avremo letti elettrici, più comodi per gli ospiti e più agevoli
da manovrare per il personale. Riceviamo anche offerte da parte di cittadini
villanovesi. Il comune devolve alla nostra Casa I'importo del 5 per mille
delle dichiarazioni dei redditi. Sono 8-9 mila euro a seconda degli anni. Tanto
"ossigeno" per le nostre finanze.